LA TOSSICODIPENDENZA E LA LUDOPATIA

Luca si svegliò con la bocca secca e lo stomaco in un nodo. Non sapeva più se era giorno o notte, non che importasse davvero. L’unica cosa che contava era quella spinta sottile ma implacabile che gli graffiava dentro: il bisogno. A volte era polvere, a volte era una macchina luminosa con rulli che giravano e suoni che promettevano vincite. Cambiava la forma, non la fame.

Ogni volta si ripeteva che sarebbe stata l’ultima. L’ultima dose, l’ultima puntata, l’ultimo “solo un giro ancora”. Ma il tempo, tra una promessa e l’altra, si sbriciolava come vetro sottile. Gli amici erano diventati fantasmi, la famiglia una voce che non voleva sentire. Viveva tra bugie e silenzi, tra euforia e vergogna.

Le sue giornate erano un pendolo tra l’attesa e il crollo. Quando aveva in mano la sostanza o sentiva il rullare della slot, il mondo si accendeva: colori più vivi, battito più forte, pensieri più veloci. Poi, appena finiva, il buio tornava a colare dentro, più denso di prima. E con lui, il senso di colpa, il disprezzo di sé, la certezza di non saper smettere.

Quella mattina si trovò davanti allo specchio. Il volto scavato, le occhiaie profonde, lo sguardo di chi non si riconosce più. Per un attimo vide il ragazzo che era stato, quello che sognava altre cose. Si rese conto che non ricordava più l’ultima volta in cui aveva riso senza paura di quello che sarebbe arrivato dopo.

«Basta,» mormorò, senza sapere se ci credeva davvero. Ma il pensiero di continuare così gli fece più paura del cambiamento. Prese il telefono. Cercò il numero di un centro di aiuto che aveva salvato settimane prima e che non aveva mai avuto il coraggio di chiamare.

La voce che rispose era calma, lontana. Luca inspirò e disse:
«Ho bisogno di aiuto.»

Non c’era ancora sollievo. Non c’era ancora pace. Ma, per la prima volta, c’era la possibilità di non essere più solo in quella gabbia.

Il mio approccio terapeutico

Se ti riconosci in questa storia e cerchi uno psicoterapeuta a Catania, il mio approccio si fonda sul modello psicoanalitico. Attraverso la psicoterapia psicoanalitica, accompagno la persona nell’esplorazione delle proprie dinamiche inconsce, aiutandola a dare senso ai pensieri e a comprenderne l’origine.

Lavorare a livello profondo permette una maggior conoscenza di sé, andando oltre la gestione immediata dell’ansia per affrontare le radici del disagio. L’ascolto, l’interpretazione e l’elaborazione in un contesto analitico permettono di avviare un percorso di cambiamento duraturo.

Opera in foto: "Il caffè di notte" di Vincent Van Gogh (1883).