Ogni mattina mi svegliavo con la stessa sensazione dentro: un peso indefinibile sul petto, un senso di torpore che mi accompagnava mentre mi trascinavo fuori dal letto. La mia vita scorreva piatta, priva di emozioni vere, fatta di abitudini sempre uguali, di gesti ripetuti all’infinito. Era come se il tempo fosse sospeso, intrappolato in una routine che non mi apparteneva più.
Da tre anni stavo con lui/lei. All’inizio era stato tutto perfetto: attenzioni costanti, parole dolci, una complicità che sembrava inattaccabile. Ma nel tempo, quel legame si era trasformato in una sorta di gabbia dorata. Lei/lei non mi maltrattava, non alzava mai la voce, non mi proibiva nulla apertamente. Eppure, mi si sentiva incastrato/a in qualcosa che soffoca piano.
Ogni volta che provavo a immaginare la mia vita senza di lei/lui il terrore mi paralizzava. Chi sarei stata senza di lui/lei? Come avrei riempito il vuoto che mi sento dentro? L'idea di restare sola mi atterriva. E così, restavo: immobile nei silenzi sempre più lunghi tra noi, nelle serate passate a scorrere lo schermo del telefono senza parlarsi, nelle carezze che non ci facevamo più.
Una sera, dopo l’ennesimo litigio fatto di reciproci rimbrotti, mi sono chiusa/o in bagno e mi era guardata/o allo specchio. “Dove sono finita/o?” mi era chiesta/o. La risposta mi ha morso allo stomaco: mi sono persa/o. Non c’era più traccia della persona che rideva senza motivo, che amava uscire fino a tardi, che sognava di viaggiare da sola/o almeno una volta nella vita. Era diventata una presenza di contorno, un riflesso pallido di me stessa/o.
Per la prima volta in tanto tempo, un pensiero si è fatto strada nella mia mente: forse avevo bisogno di aiuto. Non un consiglio da un amico, non un’altra serata a distrarmi con qualche serie tv. Un aiuto vero. Qualcuno che potesse aiutarmi a capire perché si sentivo così intrappolata/o, perché l’idea di stare sola/o mi terrorizzava più della tristezza che provavo ogni giorno.
Quella notte, con il cuore in tumulto e il cellulare in mano, digitai: “Psicologo dipendenza emotiva Catania”. Per la prima volta da tanto tempo, mi sentii di avere una scelta.
Se ti riconosci in questa storia e cerchi uno psicoterapeuta a Catania, il mio approccio si fonda sul modello psicoanalitico. Attraverso la psicoterapia psicoanalitica, accompagno la persona nell’esplorazione delle proprie dinamiche inconsce, aiutandola a dare senso ai pensieri e a comprenderne l’origine.
Lavorare a livello profondo permette una maggior conoscenza di sé, andando oltre la gestione immediata dell’ansia per affrontare le radici del disagio. L’ascolto, l’interpretazione e l’elaborazione in un contesto analitico permettono di avviare un percorso di cambiamento duraturo.
Opera in foto: "Gli amanti" di René Magritte (1928).