Ogni mattina apro suona la sveglia e senza volerlo mi aspetto di sentire i rumori di te in casa, com'era prima. E invece silenzio, solo i vicini si muovo nelle stanze accanto alla mia.
Sei un vuoto che mi apre il petto, un’assenza che mi segue ovunque. Amici e familiari parlano, ridono, e io ogni istante ricordo, ad ogni passo mi torni in mente, e dentro sento solo una nebbia densa dove comunque, costantemente, appari e scompari. Le notti sono ancora più pesanti; i ricordi si aggrovigliano e il sonno diventa un lusso. Se dormo, sogno. Se sogno, sogno te.
Cerco di riempire le ore con mille cose da fare, da quando non ci sei me ne occupo io, ma nulla è abbastanza, e ancora una volta ogni gesto ricorda te. È come se fossi intrappolata in una stanza senza porte, piena dei tuoi oggetti che sono ancora lì, accatastati al loro posto, e di cui non riesco e non voglio liberarmi.
Qualche giorno fa ho visto il mio riflesso in uno specchio, e non mi riconoscevo più. Come se andandotene ti fossi portato via con te anche me. Nei miei occhi c'è solo stanchezza. Ed un desiderio muto di essere ascoltato/a.
C'è un modo per uscire da questa stanza senza porte, per trovare un luogo dove riporre le tue e le mie cose? Dove le mie parole possano scorrere libere, senza giudizio dagli altri? Magari, lasciando che qualcun altro mi aiuti a ritrovare i pensieri e i miei spazi, potrei finalmente iniziare a respirare di nuovo.
Se la storia qui sopra descritta, di questo dolore è simile a quello che stai provando in questo momento, forse ricorrere ad uno psicoterapeuta potrebbe essere di aiuto. Il mio approccio si fonda sul modello psicoanalitico. Attraverso la psicoterapia psicoanalitica, accompagno la persona nell’esplorazione delle dinamiche inconsce, aiutandola a dare voce e pensieri al dolore.
Lavorare a livello profondo consente, con il tempo, di trasformare il dolore e renderlo sempre meno ingombrante, fino a sentirlo sopportabile. Per poter andare avanti.
Opera in foto: "La sepoltura" di Maurice Denis (1893).